martedì 27 giugno 2017

Il Giappone piange la blogger che raccontava la sfida al cancro (sfidando tabù e pregiudizi)

Era una famosa presentatrice tv, due bimbi piccoli, un marito affascinante. Fino a quando non scoprì il tumore al seno. Ha rotto un tabù in un Paese che non parla in pubblico di sentimenti

Due anni e mezzo di battaglia con il cancro al seno, persa giovedì notte nella sua casa di Tokyo, ma che l’hanno consegnata alla storia sociale e psicologica del Giappone come una combattente intrepida e solare. Mao Kobayashi aveva solo 34 anni, una bellissima carriera da presentatrice della televisione, un marito attore, affascinante e famoso quanto lei, due figli piccolissimi. Una vicenda da pagine rosa, fino a un giorno dell’ottobre 2014, quando seppe di avere un tumore aggressivo. Una tragedia raccontata in diretta sul suo blog «Kokoro» (cuore, ma anche sentimento) che l’ha resa ancora più popolare, tanto da farla inserire nella classifica delle 100 donne del 2016 dalla Bbc.
Lo scoop e la decisione
Quando le fu diagnosticato il cancro, Kobayashi e la famiglia decisero di tenere riservata la notizia. In Giappone la gente non è abituata a parlare dei propri problemi personali e le malattie gravi sono ancora un tabù. Nell’estate del 2016 però un tabloid venne a sapere e non rinunciò allo scoop. Comparve il marito in una conferenza stampa, chiedendo il silenzio. Così fu una sorpresa quando tre mesi dopo, a novembre, Kobayashi aprì il suo «Cuore» e scrisse: «Avevo 32 anni quando ho ricevuto la diagnosi del tumore al seno. Mia figlia aveva tre anni, mio figlio solo uno. Pensai: "Andrà tutto bene, tornerò ad essere come prima dopo le cure". Ma non è stato così facile, e il cancro è ancora nel mio corpo».

«Mi sentii fragile e fallita»
Kobayashi spiegò alla gente perché all’inizio non aveva detto niente della malattia. «Il mio lavoro è apparire in tv e così avevo paura di essere associata con quella parola, cancro, e non volevo essere vista nella mia fragilità. Non volevo essere vista mentre andavo in ospedale, sentivo di aver fallito, e ho smesso di comunicare con gli altri al di fuori della mia famiglia. Ma così, mentre cercavo di tornare quella che ero prima, in realtà mi incamminavo sempre più verso le ombre, allontanandomi sempre più dalla persona che volevo essere. Poi, un giorno, la dottoressa delle cure palliative mi disse: "Non nasconderti dietro il cancro". Capii: lo stavo usando come una scusa per non vivere più». In altri post continuò a raccontare i particolari più tristi, compresa la perdita dei capelli per la chemioterapia; ma anche l’amore per la famiglia che la spingeva a resistere e a sperare. Il blog diventò il più seguito in Giappone e ha ispirato molte donne nella loro battaglia contro la malattia.

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