giovedì 16 aprile 2009

Aria di mare

di Fabio Troncarelli


- Ma tu l’hai fatto mai il nudo?
- Ah! Io il nudo non lo farei mai….
- Eh! Lo dico pure io. Come fai coi figli? Vanno al cinema, ti vedono, dicono: “Ma quella è mamma!”. No, no, no, non è possibile!
- Beh, magari non è che ti vedono tanto…Magari è un secondo solo…In mezzo alla confusione ti confondi…
- Eh, si! Ti confondi…Altro che ti confondi!
- Sì, ti confondi. No, per me è solo che c’è la troupe. Come fai davanti alla troupe? Tutta quella gente! E poi sono gentaccia. Maleducati, cafoni. No, no! Non è possibile.
- Eh! E’ proprio così. Purtroppo non è possibile!
- Perché dici “purtroppo”?
- Eh, dico “purtroppo” perché ce ne sarebbe del lavoro. Meglio questo che doversi alzare tutte le mattine alle sette come adesso, prendere questo cavolo di pulman al Tuscolano che a me mi viene il voltastomaco. Va bene che sta sotto casa, però è uno strazio lo stesso. E poi ti sbattono dappertutto, oggi qui, domani là…
- Ah sì. Sei fai il mestiere nostro devi essere proprio una zingara.
-Vuoi mettere invece se fai il nudo. Ti alzi alle dieci. Il trucco te lo fanno loro, mica come noi che alle sei ti devi mettere davanti allo specchio e vedi certe occhiaie da fare paura….
- Ti credo. Tra figli, cena e marito prima dell’una chi dorme?
-Ma magari il “nudo pulito” si può fare…
-Che cos’è il “nudo pulito”?
- Il “nudo pulito” è quello diverso da quello “sporco”.
- Grazie! Ma che è?
- Per esempio se tu stai in piscina con l’accappatoio e ti spogli per cambiarti e sei nuda, beh, quello è “nudo pulito”.
- Ah, ecco, vuol dire quello che ti spogli solo senza, senza…
- Si, senza che fai l’amore. Che poi come farai a fare l’amore davanti a tutti? Io non potrei mai.
- Io penso che se non avessi un figlio, il “nudo pulito” lo farei.
- Ah, pure io!
- No, perché lo sai che a Vacanze di Natale hanno preso centocinquanta euro al giorno e alle Notti del Gladiatore ne hanno preso duecento, che poi tanto quella è un’opera che non esce mica in Italia, quindi chi ti vede?
- Perché non esce?
- Ma perché è TUTTA UNA SCENA PORNOGRAFICA!!! Non puoi mica tagliare questo pezzo o quell’altro!
- Eh, certo che oggi se ne vedono di cose sporche, cose tremende. Speriamo di sbrigarci a arrivare. Mi si scioglie il trucco.
- Stai tanto carina così. Sembri una bambolina cinese.
- Ma devo fare la cinese. Io sai, col fisico che ho posso fare l’orientale. Tu invece che sei alta fai bene la tedesca.
- Si lo so me lo dicono sempre che sono uguale come una goccia a Claudia Schiffer. Tu invece somigli a Angeline Jolie. Angeline Jolie cinese. Eh, si, hai ragione: è pieno di schifezze. Prendi queste ragazzine che non pensano a altro e rovinano la piazza. Lo sai che a Le vacanze di Messalina
facevano l’amore in scena, ma sul serio e si pigliavano cinquanta euro e basta.
- Ma come si fa?
- Eh, sì come si fa a prendere solo cinquanta euro. Così rovini il mercato. Ma pure settanta è poco.
-Ah, sì, è proprio poco. Se pensi che stiamo in piedi tutto il giorno e poi sempre dal parrucchiere, sempre coi tacchi. La sera io ho certi piedi…
- Con settanta euro ci fai giusto la spesa per due giorni.
- Se ti bastano. Ieri sono andata al supermercato sotto casa e che ho comprato? Olio, pasta zucchero, vino…Sì, vabbè, un po’ di carne, che Gianni mi dice sempre: “Me l’hai fatta la carne?”. Lui camperebbe a carne cruda. A me invece mi fa schifo.
- Mi fa schifo pure a me, ma io mica posso stare con la roba contata: un chilo di zucchero, un chilo di pasta, tre fettine. No, no. Io quando esco devo lasciare tutto pronto e compro tutto insieme e non ci penso più. E i soldi di una giornata di lavoro? Spariti.
- E col pane come fai? A mio marito piace fresco: posso tenere tutto da parte, ma il pane, il pane deve essere fresco…
-Ah, mi dispiace. Io non posso mica pensare a questo. Lo metti in freezer e poi al forno si riprende. Come stanno gli occhi?
-Bene. Tu hai gli occhi da indossatrice.
-No è che si è fulminata la luce al bagno e ho fatto tutto a memoria. Mi sono messa pure le calze al buio. Sai se mi sono messo le calze nere?

- Vestita da sera con le calze nere?
- Ma tanto il vestito è lungo e le gambe non si vedono mica.
- Ma veramente mi ha detto il regista ieri che dovevo sedermi e si doveva vedere qualche cosa. Me l’ha detto in un modo che proprio non mi è piaciuto.
- Sta attenta che quello è un porco!
-E che non lo so.
- E come lo sai?
- Come lo so? Ma scusa…Lo sanno tutti…Lo sai pure te.
-Mi sa che ti sta appresso.
- Per me mi può stare appresso, davanti, di sopra, di sotto io non lo guardo neppure.
- E’ tanto che sei sposata?
- Dieci anni. Siamo quattro: io, Gianni, Manuel e Monica.
- E come fai se stai fuori tutto il giorno. Non dicono mai niente che vai sempre via?
- Io gliel’ho detto subito: patti chiari e amicizia lunga. Sono cinque anni che faccio questo mestiere e se dovevo pensare sempre a loro stavo fresca. I bambini si fanno tutto da sé, mio marito va fuori a lavorare e quando torno io mi faccio un surgelato e via. Se posso glielo lascio il pranzo e sennò c’è la signora di sopra!
- La mia si chiama Simona. Vorrebbe stare sempre con me. Hai visto stamattina che muso che aveva?
- Ah, ma era tua figlia quella bambina così carina? Che carina.
- Eh sì, è bellissima. Ma è una mammona. Una mammona incredibile. Mi tocca sempre portarla appresso e poi si stufano tutti. Ma io gliel’ho detto: “Devi essere brava. Capito? Poi quando esce il film la vai a vedere la mamma e ci porti pure le tue compagne.”.
- E lei lo fa?
- Ogni film che esce. Porta tutte le amichette, tutta la classe e aspetta, aspetta, aspetta il minuto preciso che io vengo fuori. Pure se è un film che magari non è tanto adatto a lei.
- Come Black Terror?
- E si Terror era proprio pauroso e pure un po’…un po’ zozzo. Pensa che io facevo la ragazza del night club e quel maiale del capotroupe ci ha messo lì e ha detto “Pomiciate”. Hai capito che deficiente? Stavamo tutti in una sala buia e dovevamo fare finta di pomiciare. Ma io gliel’ho detto a quel ragazzino con cui stavo. “Non ti ci provare”. Ma quello tanto era talmente imbranato che era tutto rosso e non faceva niente e così il regista si è incazzato e ho dovuto buttargli le braccia al collo. Invece quella…quella porca di Maia vedessi quello che faceva e poi ha detto che era tutta arte…Beh, quando lo ha visto Simona c’è rimasta male.
- Perché facevi le cose zozze?
- No perché non si vedeva niente con tutto quel buio. E le amiche le hanno detto: “Ma ‘ndo sta tu’ madre”. E lei è scappata via e si è messa a piangere.
- Eh, ‘sti figli! Sono un problema. In fondo che gli manca? A casa hanno tutto: tv, playstation, computer, mangianastri, lettore di Cd, tutto, tutto. E non gli vai mai bene niente.
- Ma tu gli lasci portare a casa qualche amichetto?
- Ma portassero chi gli pare.
- E se sporcano?
- Se sporcano puliscono. Non puoi mica tenerli in galera. Se viene un amico va benissimo. Basta che poi puliscono. Ma devono pulire bene, bene, bene. Come pulisco io. Io gli ho insegnato subito: questo è il Dixan, questo è il Cif, questo è lo straccio…Vedessi che specchio quando torno.
- Beata te. Io, giusto ieri, ho preso mio figlio per l’orecchia…Non ne potevo più. Lascia sempre tutto in giro.Gli ho detto:” Questo che è?”. “Mutande.” - ha detto lui. “Mutande sporche”- ho detto io. E gliele ho strofinate in faccia. “ Piglia e lavale!” –gli ho detto. E che pretende? A sei anni gli devo lavare pure il sedere? Ma quando arriviamo?
- E ci vuole ancora un sacco di tempo. Oggi andiamo al mare.
- Al mare? Ma come? Ci hanno fatto vestire da sera?
- Sì ma dobbiamo fare una festa, una festa in una villa di notte.
- Ma se è giorno?
- Col trucco fanno vedere che è notte. E’ una villa dove ci sono tutte ragazze…ragazze un po’ allegre, ecco.
- Beh, io sono tanto allegra, ma mica mi sta tanto bene questo. Che vuol dire ALLEGRE?
- Lo sai come sono le ragazze oggi. Fanno come gli pare, no?
- Bella roba. Se me lo dicevano non ci venivo.
- Ma scusa tu da ragazzina non facevi come ti pare?
- Sì ma quello era un’altra cosa. Se lo sa mio marito m’ammazza.
- E’ geloso?
- Geloso? Quello è peggio di un siciliano col fucile a lupara. Mi sta sempre appresso, mi telefona cinque volte al giorno, mi controlla pure la notte…
- Ma beate voi. Io mio marito…Chi l’ha visto più .
- Com’è che vi siete divisi?
- Così!
-Ah, io non lo so…Mio marito è un orso, è geloso, sta sempre fuori. Sì ecco, non è che se lo vedo mi sento come la prima volta che mi batte il cuore. No, no, no! Però, ecco, se mi dicesse: “Ci separiamo”, beh, mi piglierebbe un colpo.
- Ma sono cose che capitano, sai. Chiedilo a lei che lo sa bene! Dai, dicci com’è che vi siete divisi?
- Ma che ti devo dire? Mio marito è bello. Un ragazzo d’oro. Buono, alto, abbronzato. Ride sempre. Fa il medico. Insomma… La questione è che ci siamo fidanzati quando io avevo quattordici anni.
-Quattordici anni?
- Cara mia, dalle parti mie ci si sposa presto. Io ero proprio ‘na creatura!
- Ma com’hai fatto?
- Che ti devo dire? Conoscevo solo lui, frequentavo solo lui, sempre lui. E’ che…a me di lui..non me ne importava proprio niente, capisci? Lui…Lui era il marito. Il marito perfetto. Il marito che piaceva a mio padre. Il marito che piaceva a mamma. Mio padre diceva sempre: “E’ un ragazzo d’oro!”. Proprio d’oro. O d’ottone. Chi lo sa? Visto che a papà gli piaceva tanto ma perché non se l’è sposato lui?
- Ma non ci stavi bene?
- Ma sì, ma sì. Ci stavo bene però…E’ arrivato il momento che è successo quello che doveva succedere, quello che nella vita succede…
- Che succede?
- Succede che t’innamori.
- E lui chi è?
- L’hai visto stamattina.
- Ma chi? Il capotroupe?
- E’ lui che mi ha fatto entrare qui, lui che mi ha scelto tra tante ragazze.
- Che figlio di mignotta!
- Ma che dici?
- Te l’ha fatto pure a te il discorso del fiore di cactus?
- Che ne sai tu?
-Che i fiori sono belli, ma sono roba per tutti e invece il fiore di cactus dura solo un giorno e lo vede solo chi va nel deserto…
- E chi lo coglie si fa male con le spine. Me l’ha detto pure a me.
- Eccone un’altra. E tu che c’entri?
- Beh, io pure quando ho cominciato ero in crisi con mio marito…
- Hai capito la santarella? Con il viso di Claudia Schiffer? Il viso come il sedere, ecco, che c’hai. Il viso come il sedere!
- Uffa! Che palle! A me non me ne importa niente se lui fa il cascamorto con le altre. Io… non è per questo che mi piace…Lui…Lui ..Io quando l’ho conosciuto ho capito che era lui e c’è poco da fare. Ho fatto le valige e arrivederci.
-Ah, io non potrei fare le valige. Se mi prende una sbandata per uno…Bada che mi può prendere, mi può prendere, sì, mi può prendere forte, m’è capitato pure…Però non potrei lasciarlo mio marito. No, proprio no. E coi bambini poi? Come fai? Ma quando arriviamo?
- I bambini li porti con te. Ecco il mare.
- Ma pure Sergio ti credi che mi ha lasciato andare? Non c’è giorno che non telefona con la scusa del bambino. E’ una palla.
- Ma vuol dire che è ancora appassionato…
- E ci mancherebbe che non è legato! Che poi poveraccio fa una vita da cani.
- Ma sta ancora a Salerno?
- Si, sta solo come un cane.
- E tu da quanto tempo è che sei a Roma?
- Sei anni. Come il bambino.
- Ma quanti anni hai?
-Ventinove.
- Te ne davo trentacinque.
- Grazie! Ecco lo stabilimento.
- Ma scendiamo qui.
- Sì, la villa è sulla sabbia.
- Allora mi devo togliere le scarpe e pure le calze.
- Così ti vedono tutti. Allora tanto vale che fai il nudo.
- Ah, io il nudo non lo farei mai. Di fronte a tutta questa gentaccia della troupe. E lo sai che ti dico? Adesso che ci penso non farei neppure il “nudo pulito”.
- Ma neppure io. Tu lo faresti?
- Ma che ne so che farei in certi casi. Tu lo sai sempre quello che devi fare?
- No a essere sinceri, non lo so che devo fare. Che bell’aria che c’è.
- Aria di mare.

Note biografiche sull'autore

Fabio Troncarelli è nato a Roma nel 1948 e si è laureato in Lettere all'Università di Roma nel 1970. Professore ordinario di prima fascia di Storia della Comunicazione presso la Facoltà di Lingue e Letterature Moderne dell'Università di Viterbo dal 1991, ha insegnato in università europee e americane ed ha collaborato a varie testate giornalistiche (Corriere della Sera, L'Europeo, Epoca, Il Manifesto) e alla Rai (Tv: Mixer, Fuori Orario; Radio: Terzo programma; Rai Educational).
Ha inoltre pubblicato numerosi saggi e opere di poesie e narrativa, tra cui ricordiamo: Discrezione, Lalli, Siena, 1985 (Premio "Arsita-Città di Penne", 1985); Le maschere della malinconia. John Ford tra Shakespeare e Hollywood, Dedalo, Bari, 1994 (Menzione Speciale al Premio "U. Barbaro", 1995); Memorie di un paleografo, Napoli, Esi, 1995; La spada e la croce. Guillén Lombardo e l'Inquisizione in Messico, Ed. Salerno, Roma 1999 (trad. in francese: Guillén Lombardo le rebelle. La légende de Zorro L'Inquisition au Mexique au XVIIème siècle, Privat, Toulouse, 2001 ; trad. in spagnolo : El mito de Zorro y Inquisicion en México, Editorial Milenium, Lleida, 2003); Zorro, L'Epos, Palermo, 2001; Un guscio di noce, Robin, Roma, 2003 (Premio "Omnes Artes", 2003; finalista Premio Feronia 2005); La luce del tempo, Lepsima, Roma, 2003 (Premio "Terre rosse" 2003; Premio "Le rosse pergamene" 2003; secondo classificato nel Premio "Astrolabio" 2007); Il fuoco dell'ellisse, Manni, Lecce, 2005; Il pane degli angeli. Storia, cinema, psicoanalisi in cerca di una saggezza possibile, Aracne, Roma, 2005; L'uccello di fuoco, Quasar, Roma, 2005; Il segreto del Gattopardo, Ed. Salerno, Roma, 2007; La felicità lontana, Lepisma, Roma, 2007.

Fonte

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